Daini

Un giorno facendo il turno del mattino ho guidato nella campagna che da casa mia arriva fino alla città.
Ad un certo punto da dietro il muro di una cascina vedo spuntare i musetti incuriositi di un paio di daini, per nulla spaventati dalla mia presenza né dal rumore della mia auto.
Mi fermo e li osservo affascinata.
Loro si avvicinano appena, mi fissano negli occhi, poi continuano a curiosare il terreno come se fosse normale che io fossi lì.
Ho messo la prima e più lentamente possibile sono ripartita.
Mi è sembrata una magia. Forse la  era perché ho sorriso fin dentro lo spogliatoio dove una mia collega mi ha chiesto "che cavolo hai da sorridere a quest'ora del mattino?"
Le ho detto "oggi sono felice" e le ho raccontato tutto quello che avevo visto con l'entusiasmo che ancora mi riempiva il cuore.
Lei ha ascoltato tutto senza espressione negli occhi e alla fine mi ha detto con una certa acidità:  "certo che ti basta proprio poco per essere felice" e mi ha voltato le spalle.
Ed è per questo, in sintesi, che odio le persone.

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