QUELLI CON L'ANIMA IN FIAMME

Se questa estate non fosse stata così calda probabilmente non avrei ancora trovato la voglia di scrivere di nuovo, di raccontare, di illustrare le emozioni.
La spettacolare normalità della natura in tutta la sua semplicità che fa da sfondo alla complessità dell'essere umano, alla sua dedizione, alla tenacia, alle passioni che sa difendere e custodire, sentimenti che, più spesso di quanto si creda, lo contraddistinguono riuscendo in qualche modo a ripulire la sua immagine torbida  e a conferirgli, (forse proprio perché di belle azioni non se ne parla mai abbastanza), un non so che di straordinariamente nobile e raro.
Scrivere è da sempre la mia passione.
Per un certo periodo però le delusioni scaturite dal mio bisogno di esprimermi liberamente in una società dove la libertà di espressione esiste solo finché non infastidisci qualcuno (o finché, la tua strada non si separa da qualcuno) mi hanno fatto accantonare la scrittura in favore dello sport, mondo che mi ha sempre affascinato per la determinazione, la lealtà, e la particolare similitudine con la vita.
In particolare mi sono avvicinata agli sport da combattimento.
Poi è arrivato Loki, il mio cane, un Amstaff pieno di energia, testardo ed esigente.
Lui è praticante la mia ombra.
Subito dopo è esplosa la pandemia, cosa che mi ha reso veramente difficile mantenere in piedi tutte questi impegni, Considerando turni di lavoro e varie responsabilità ho dovuto stilare una classifica In base all'importanza.
È lì che Loki ha occupato il primo posto ed ha iniziato ad assorbire quasi tutto il mio tempo libero.
Fortunatamente abbiamo un giardino bello grande, vivo in campagna, ma anche fare una semplice passeggiata in piena estate qui può essere problematico poiché dove abito io gli alberi sono molto pochi, attorno a me non ci sono altro che campi coltivati e asfalto.
Questo è il motivo che mi ha spinta a prendere la macchina e percorrere una quindicina di km ogni giorno per quasi tutta l'estate pur di portare  Loki a fare una passeggiata che non fosse prima dell'alba o dopo il tramonto.
Più precisamente il parco del castello di Tortona era diventato il nostro appuntamento fisso.
Pensavo di conoscere abbastanza bene questo luogo, ci sono stata spesso da bambina e diverse volte anche da ragazza, me lo ricordavo come un'area verde, tranquilla, più che altro un luogo di giochi adolescenziali.
Quando ero  giovane ci andavo il pomeriggio con il gruppo di amici per giocare a pallone oppure  la sera, d'estate, a caccia di stelle cadenti. Ci coricavamo nel prato proprio davanti alla torre facendo discorsi improbabili in cui a volte intervenivano  altri ragazzi, di altri gruppi che come noi erano lì solo per il gusto di stare insieme. Spesso In questo modo si faceva amicizia, allora i social network non erano neanche un'idea, la maggior parte di noi non aveva il cellulare che era considerato una cosa da sfigati viziati, e gli amici non erano virtuali, erano molto meno e non si contavano, ma erano reali e potevi guardarli tutti in faccia, guardarli negli occhi.
Avevo un bel ricordo di quel posto. Poi sono cresciuta e sono andata a vivere da sola, ho cambiato residenza tre volte allontanandomi sempre di più geograficamente da Tortona.
Tornandoci dopo anni ho notato qualcosa di diverso. Una evoluzione.
Parcheggiando in fondo alla lunga scalinata in prossimità del monumento ai caduti, sotto le piante ombrose si può notare, specie di pomeriggio,  che la zona è sempre gremita di veicoli in sosta.
Agganciando Loki al guinzaglio che impaziente e divertito inizia, carico di adrenalina, ad annusare qua e là in cerca di nuovi odori per "sistemare" il territorio, noto con piacevole sorpresa che, una volta tanto tutto il percorso è disseminato di cestini per l'immondizia rivestiti di sacchetti puliti.
Il terreno sotto alle piante è curato, pulito, ordinato, la stagione è secca ma  la vegetazione tutta intorno è rigogliosa anche se l'erba è ingiallita  e la terra dura e polverosa. I tigli lussureggianti offrono veramente un'oasi rinfrescante a chi vive qui, al centro della città.
La luce del sole filtra tra le foglie larghe creando giochi di luce come fanno i pendenti di cristallo con il vento.
Respiro profondamente l'odore di resina dei cipressi ed  altre conifere che sembrano essere state messe sapientemente per bilanciare gli aromi di ogni albero, alcuni di questi esibiscono delle targhe commemorative mentre, in una zona solitaria ma non eccessivamente nascosta, c'è un albero sul cui tronco sono state inchiodate  svariate targhette di metallo a forma di cuore con  i nomi di cani frequentatori "del castello" che probabilmente sono saliti sul ponte dell'arcobaleno.
L'ho chiamato "l'albero dei cuoricini".
Mentre un venticello fresco riesce finalmente ad asciugare il sudore che mi rigava la fronte, passo alla  sinistra della torre, sulla strada più In basso., un viale alberato e circolare.
Da lì, oltre i ruderi del muraglione ho l'impressione di riuscire a vedere tutta Tortona, protetta dai colli che si allungano  a perdita d'occhio aprendo la strada al torrente Scrivia che da dentro le montagne incede verso il centro della vallata.
La città sussurra da quassù, le sirene, i clacson, le campane, sono urla lontane che il canto degli uccelli riesce a coprire.
Sembra immensa Tortona, con i suoi edifici, le sue fabbriche,  la sua popolazione industriosa.
E in mezzo a tutti quei tetti e a quell'aria rarefatta dall'afa emerge la Madonna della guardia che brilla, tutta dorata, sfiorando il cielo, alta, maestosa, solenne, sembra voler mostrare il suo bambino ad ogni abitante in ogni vicolo della sua città, fino ad arrivare dove si celano gli sguardi più alti, che penetrano tra gli alberi del monte Savo.
Il parco, come dicevo, è frequentato da molte persone, una buona parte di queste portano a passeggiare il cane e lo presidiano come fossero delle ronde dal mattino presto alla sera tardi, cosa che infonde sicurezza anche a persone anziane e  donne che, grazie a loro non temono di venirci da sole.
Ma non è finita.
Il Central Park tortonese è praticamente un'enorme centro sportivo a cielo aperto in cui, oltre ad essere incastonato lo stadio cittadino intitolato a Fausto Coppi, specialmente d'estate si ritrovano diverse aggregazioni sportive, dal gruppo di yoga, ai corridori di Azalai, noti per le loro imprese, nonché corse e camminate che organizzano da anni nel territorio tortonese. Ci sono amanti del nordic walking, giovani danzatrici indiane che timidamente occupano un angolino nascosto quasi si vergognassero di mostrare in pubblico il loro talento.
Sul prato, proprio di fronte alla torre, due giorni a settimana ci sono gli atleti di kick boxing della New Fighters Derthona,  rappresentati dai maestri Massimo Bobo Romanini e Nicholas Lavezzo, suo beniamino, l'allievo modello, quello che vince tutto e che seguirà le sue orme insomma.  Quest'ultimo infatti ha guadagnato diversi titoli di cui tre volte campione italiano rispettivamente di kick light, kick tecnica e savate, con due prestigiose presenze in nazionale ed una convocazione per i Mondiali 2015 di Grecia. A maggio di quest'anno ha conquistato il titolo Italiano a livello PRO, il più alto in assoluto nella sua disciplina. Il campione dei campioni. Come dire: il più bravo a fare savate  nell'intera Nazione italiana... ce l'abbiamo noi, e scusate se è poco!
I giovani allievi in questo periodo incominciano scaldandosi con una decina di giri, attorno alla torre fino in fondo al parcheggio e poi su per la scalinata correndo come gazzelle con Lavezzo che fa da apripista e Romanini che cronometra e vigila sulla loro condotta. È divertente vedere come questi ragazzi facciano lo slalom tra cani e guinzagli senza mai un lamento ed anzi, all'occorrenza allungando pure un grattino mentre gli sfrecciano accanto.
Notevole ed encomiabile anche l'iniziativa di Romanini che più volte ha lanciato appelli spronando la popolazione tortonese con scarsi risultati ad unirsi gratuitamente al training.
Gli allenamenti dei kickers continuano sul prato con sparring e  tecnica a coppie, sempre sotto la supervisione e le correzioni dei  maestri.
Più in basso, a destra della torre, ci sono i ragazzi del Boxing Club Tortona, capitanati dal tecnico federale Nicholas Termine e dal giovane Federico Fagnano, anche lui tre volte campione italiano di gym boxe (2017, 2019, 2021), terzo classificato nel 2018,  campione regionale 2017,2018, 2019, 2021 e vincitore anche della cintura regionale nel 2019, tutti titoli conquistati grazie alla preparazione di Termine.
Questo gruppo è più silenzioso, la musica fa da sottofondo e gli allievi seguono diligentemente quello che fanno i loro maestri. Poco distante, seduta su una  panchina Chiara Giulia Nenna, bravissima insegnante di danza nonché vice Presidente del Boxing Club, assiste magistralmente gli istruttori, in silenzio, talvolta facendo delle riprese e nello stesso tempo tenendo a bada la Nina, mascotte del gruppo, una cagnolina nera, piccola ma decisamente indipendente, che tenta di dominare qualunque cane le si avvicini e che sembra essere uscita da una costola di Nicholas, per quanto siano caratterialmente simili.
Anche loro sono presenti al parco per tutta l'estate finché il tempo lo permette.
È interessante sottolineare che in  entrambi i gruppi non solo gli istruttori ma anche diversi allievi si sono qualificati ed hanno vinto titoli nelle loro categorie.
Quest'anno c'è un'altro gruppo bello consistente diretto da Fabio Bertoni, si tratta della Ginnastica Dinamica Militare.
La Ginnastica Dinamica Militare è una esercitazione ginnico motoria funzionale che si sta diffondendo molto velocemente per l'efficacia dei suoi sistemi, ha come principi fondamentali il totale disimpegno da attrezzatura, è un allenamento bello da vedere e che si presta particolarmente ad essere svolto in grandi spazi.
Bertoni è un leader carismatico capace di motivare ed incoraggiare i suoi allievi anche negli esercizi più impegnativi. È impossibile passargli accanto durante un allenamento senza fermarsi a osservare almeno cinque minuti domandandosi "chissà se io ce la farei".
In tutto questo è da sottolineare che i gruppi a volte si trovano contemporaneamente al Castello senza che questo rappresenti un problema di gestione degli spazi. Ognuno ha la sua zona e i suoi orari e c'è anche posto per sportivi autonomi che utilizzano le panchine per fare esercizi addominali o come piano di appoggio per distensioni e isometrie, o per gente che come me va solo per una passeggiata al fresco col cane o per trovarsi a fare due chiacchere.
La giornata si conclude generalmente verso le otto di sera quando gli sportivi sono andati via tutti e in quel momento il prato diventa un parco giochi dove i cani,  quelli più tranquilli e i cuccioli, vengono lasciati liberi di correre e rotolarsi nell'erba divertendosi come matti per poi farsi una bella bevuta con l'acqua fresca della fontanella.
Considerando che nelle città circostanti ci sono realtà ben diverse, dove i parchi comunali sono presi d'assalto da vandali e delinquenti che ne fanno luoghi di spaccio, il  parco del castello di Tortona è veramente una perla di cui alcuni cittadini autofinanziati ed autonomamente riuniti sotto il nome di 'Azione Tortona' hanno saputo prendersi cura rendendolo un luogo pulito, sicuro, tranquillo per leggersi un libro o per studiare, sicuro per portare i bimbi a giocare nel parco giochi recintato ed ombreggiato, comodo per una passeggiata all'aria aperta, un giardino curato che per le sue caratteristiche e le sue attenzioni è riuscito ad attirare con grande naturalezza un gran numero di persone per praticare attività SANE per il corpo e per lo spirito.
Unico neo la ex colonia solare, un parco nel parco, malamente recintato che saltuariamente è utilizzato come area cani. Basterebbe veramente poco occuparsi anche di questa zona e magari riqualificarla come è stato fatto per tutto il resto.
La maggior parte degli odierni contesti urbani hanno cambiato faccia, hanno chiuso i piccoli negozi di quartiere e gli angoli caratteristici dove diverse generazioni si ritrovavano con le loro "compagnie" sono ormai invasi il più delle volte da personaggi che non hanno alcun rispetto per i nostri ricordi,  e la nostra storia.
Interi quartieri abbandonati a loro stessi, letteralmente trasfiguratIi con buona pace delle amministrazioni comunali  in generale che non muovono un dito giustificandosi con il dissesto finanziario.
In un panorama di questo tipo una volta tanto sono fiera di raccontare una realtà diversa, dove i cittadini tortonesi hanno saputo reagire all'inerzia degli eventi, prendersi e tenersi stretto ciò che gli appartiene di diritto, difenderlo, sfruttarlo nell'accezione più onorevole del termine, viverlo e condividerlo.
Ho fatto alcuni esempi di campioni nazionali ed internazionali che a mio parere  non vengono messi abbastanza in luce per i loro meriti sportivi dalla loro città per la quale come vi dicevo hanno messo al servizio molto spesso gratuitamente professionalità ed anni di esperienza.
A Tortona sono sport considerati "minori" rispetto al calcio, al ciclismo, e ultimamente al basket, nonostante ciò vi ho dimostrato che abbiamo atleti di ogni età,  che sono campioni e lo sono ad alto livello, e nessuno ne parla.
Sono convinta che questa ingratitudine alla lunga può fare male.
Sembrerà cosa di poca importanza ma mi piacerebbe davvero che la gente, anche solo per curiosità, andasse ogni tanto a fare una passeggiata nei  pressi della Torre un pomeriggio d'estate in modo da poter provare qualcosa di diverso, o se non altro vedere con i propri occhi quello che ho tentato di raccontare, ritrovare un orgoglio dimenticato, che ultimamente troppe volte è mancato nel dire di essere cittadino tortonese.
Nel dire di essere italiano.
Il coraggio di lottare per la propria casa, di affermare la propria individualità.
Il coraggio di condividere il proprio lavoro senza averne per forza un riscontro economico in cambio.
Il coraggio di costruire un futuro nonostante tutto ultimamente sembri andare male.
E poi Il coraggio di ritornare a scrivere nonostante le delusioni...e a combattere, in tutti i modi in cui lo si può fare.
E anche se oggi come oggi sembra che tu esista solo se la gente parla di te, rispetto a chi sposta un sasso e ne parla come se avesse spostato una montagna, preferisco di gran lunga chi sposta una montagna e lo fa in silenzio.
Amo la gente che esce fuori dagli schemi, che non cerca a tutti i costi la fama e l'accettazione di chiunque.
Io li ho guardati tutti negli occhi questi atleti.
Hanno caratteri diversi,  età diverse, storie diverse.
Ma hanno occhi tutti uguali, inquieti, impetuosi, vivi.
Bukowski li chiamava: QUELLI CON L'ANIMA IN FIAMME.
Spero siano quelli come loro, domani a cambiare la storia.
Ed io spero di essere tra quelli  che possano raccontarvela... perché loro di certo non lo faranno.

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