IL MESTIERE DI SCRIVERE
Capisco che ormai i soldi fanno muovere anche i continenti, non che questa sia una novità per nessuno, specialmente per chi nella vita ha dovuto conoscere e pagare il prezzo persino di qualcosa che normalmente un prezzo non ce l'ha.
L'unico vizio che ho è quello di scrivere e grazie al cielo chi mi ha messo questo pallino nella testa deve aver considerato a priori che non avrei avuto una vita di lussi e stravaganze e che non avrei potuto permettermi "capricci" o sogni più costosi di quelli che ho.
Scrivere non implica costi insostenibili, basta un foglio ed una penna ed anche la tecnologia oggi viene in aiuto di noi poveri sfigati, disadattati ed asociali, terrorizzati dai rapporti sociali che io chiamo 'di primo livello' (face to face) in favore di una più rassicurante tastiera dotata del tasto 'cancella' che ci conferisce una certa sicurezza, tanto da renderci irriconoscibili quando veniamo letti da chi si è sempre relazionato con noi di persona, tanto da convincerci, in certi momenti di pura megalomania, di poter disporre di quel tasto anche nella vita reale.
Il rovescio della medaglia, (quello di fatto di essere praticanti di un vizio assai poco costoso), è che sono molti gli scrittori che tentano la strada della pubblicazione e persino i più pavidi ed insicuri prima o poi finiscono per inserire i loro lavori in qualche sito web o in qualche blog creato apparentemente allo scopo di portare alla luce nuovi talenti.
Ho scritto 'apparentemente' con intenzione, perché mi è capitato spesso negli ultimi anni di pubblicare sui blog o nei giornali on line, oltre che in vari concorsi letterari, e se forse posso comprendere la richiesta di una piccola quota da riconoscere per la gestione del cartaceo e dei premi nei concorsi letterari, non si spiega il motivo per cui alcuni blog, che si dichiarano apertamente a titolo gratuito e descrivono la loro formazione come una missione volontaria in favore di questa nobile arte, chiedano in un secondo momento, in maniera ben poco velata, soldi agli iscritti ribadendo che però si tratta sempre di un gesto che sarà considerato volontario da parte nostra.
Così le prime pubblicazioni vengono messe in evidenza con tanti complimenti dalla redazione e una lista di critiche positive, voti a cinque stelle su cinque e commenti sapienti di quelli che sembrano essere anche loro degli scrittori che partecipano attivamente alla crescita della pagina. Ma col passare del tempo le critiche diminuiscono, le stelle si spengono e un bel giorno la redazione boccia uno dei tuoi lavori giustificando in privato il suo gesto in tono piccato e con motivi assurdi tipo come è successo a me "non è certo una poesia ma una prosa".
Rimango basita a questa affermazione fatta da parte di una redazione che non ha mai visto un mio lavoro scritto in rima, per prima cosa.
Gli spiego che non tutte le poesie sono scritte in rime baciate e che pensavo che fino a quel momento i miei lavori li avessero effettivamente letti prima di pubblicarli.
Sottolineo prima di salutarti cortesemente che forse la mia poesia sarebbe stata più musicale se fosse stata accompagnata da una ricevuta di versamento sul loro conto corrente. Cancello il mio nome e la mia registrazione dal loro pannello di controllo pensando con una certa amarezza a quello che imprudentemente di mio ho condiviso con gli ennesimi mercenari di sogni.
Ed ecco che trionfante riaffiora ogni volta la cinica solitaria asociale che per un certo periodo avevo trascurato, mi dice con tono acido all'orecchio:"te l'avevo detto" ed io ....Non posso darle torto, anche questa volta.
Spengo Il pc, prendo carta e penna, non voglio sentire nemmeno più la musica mentre lo faccio, ma rannicchiata davanti al fuoco ricomincio a scrivere in quel modo che mi è sempre venuto in modo così naturale e che non mi ha mai deluso, perché sapevo che nessuno mi avrebbe chiesto o dato qualcosa in cambio, ma che lo stavo facendo solo per me stessa.
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