IL MIO FOGLIO BIANCO

Se non fosse per il mio maledetto vizio di osservare gli occhi della gente sarei invincibile. 
Beato te che non ti scomponi mai, che non pensi troppo alle parole da dire e ancora meno a quelle già andate. Beato te che non ti volti mai indietro e ignori il prodotto delle tue azioni e delle tue parole sul volto delle persone che incroci. A me a volte basta solo uno sguardo per farmi vacillare, per farmi  dubitare, per  aprire sulla mia armatura di acciaio una piccola crepa che con il tempo diventa un varco dal quale non so mai se entrarà luce oppure oscurità. 
Tu vai sempre dritto, calmo sulla tua strada, e scrivi chiaro col nero sul bianco senza fare troppo caso alle righe, alle macchie...ai fogli umidi, alle lacrime. Io invece strappo via asfalto ghiacciato con le mie gomme infuocate da rabbia indomabile, sempre inquieta, sempre con un occhio sullo specchio retrovisore, lascio indietro tutti i colori che mi hanno percorsa. C'è una gran confusione di inchiostro, di sangue, di pioggia e di sole. Beato te, e rido. Io ancora non so cosa sono, io non so mai con cosa scrivo finché non l'ho scritto, ma la mia strada all'orizzonte...è ancora un foglio bianco che attende d'essere sporcato di vita.
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