HO FATTO UN SOGNO
HO FATTO UN SOGNO eravamo tutti sui social a fotografare cibo e a farci i selfie. Ci lamentavano del lunedì, delle voci fastidiose la mattina, della gente che non saluta, dei colleghi antipatici e leccaculo, del traffico, della coda alla cassa, del sole fuori mentre noi al lavoro, della noia mortale che non ti fa uscire di casa la domenica, dei panni da stirare, della pioggia dopo che hai lavato la macchina. Poi un giorno si udì un colpo di tosse. Poi uno starnuto. E come in una bizzarra catena di Sant'Antonio improvvisamente in tutto il mondo si udirono colpi di tosse. Tutti puntarono il dito sull'Italia - è stata lei! È stata lei! - l'Italia, pallida, col respiro corto e l'aria colpevole non aveva forza di combattere, si limitò a guardare la Cina in cagnesco perché era stata lei la causa di tutto, ma la Cina in quel momento aveva i suoi problemi da risolvere e anche l'Italia cominciava a sentirsi sempre peggio. Il virus stava velocemente prendendo il sopravve